Saturday 23 February 2019

Il CLIL per metterci in gioco, con entusiasmo di Vincenza Diciaula, docente di Sostegno | Lingua e Cultura Inglese



La nostra prima esperienza Erasmus+ si è conclusa. Sono già trascorsi due anni da quando, in maniera del tutto inaspettata, ho incontrato un gruppo di colleghi entusiasti e desiderosi come me di intraprendere una nuova avventura formativa. Insieme, abbiamo deciso di mettere in gioco le nostre risorse professionali e, soprattutto, il nostro entusiasmo e le nostre idee per offrire ai colleghi e ai nostri alunni l’opportunità di aprirsi alla società sempre più multilingue e multiculturale nella quale viviamo.



La scelta della metodologia CLIL, quale argomento centrale del nostro progetto, nasce dal fatto che, tale metodologia contribuisce alla creazione di un efficace ambiente di inclusione e di pari opportunità nel contesto della scuola italiana, sempre più multilingue e multiculturale a seguito dei forti flussi migratori che interessano il nostro paese. La metodologia CLIL rappresenta una sfida stimolante per docenti e allievi nell’ottica del lifelong learning. 


Durante il periodo di job shadowing, svolto in due diverse scuole della città spagnola di Lorca: scuola superiore IES “Francisco Ros Giner” e scuola primaria CEIP “Andrés Garcia Soler”, abbiamo potuto osservare diverse lezioni in svariate classi durante le quali la metodologia CLIL è stata utilizzata da docenti esperti e preparati che ce ne hanno mostrato l’efficacia, specialmente in presenza di alunni con bisogni educativi diversi. 

Da insegnante di sostegno la mia osservazione si è incentrata sul capire quanto la metodologia CLIL sia duttile e si adatti al suo utilizzo nelle nostre classi inclusive. 
Ciò che ho potuto osservare è proprio il fatto che, durante le lezioni CLIL l'utilizzo del cooperative learning, l'uso di realia, immagini, video e software informatici avanzati e innovativi favoriscono, di fatto, l’inclusione degli alunni con bisogni educativi speciali. La metodologia CLIL è, a mio avviso, a tutti gli effetti uno strumento inclusivo poiché in una classe CLIL si utilizzano con tutto il gruppo metodologie e tecniche che spesso sono utilizzate in presenza di alunni con bisogni educativi speciali. 
Le attività didattiche CLIL si basano, infatti, su criteri specifici quali: la visualizzazione, ossia fare grande uso di materiale anche non verbale; la concretizzazione, ossia partire da esempi e da situazioni concrete anziché da spiegazioni o enunciati concettuali; la 'elementarizzazione', ossia fare riferimento personale o/e aneddotico a situazioni, persone e gruppi in modo da personificare il più possibile le situazioni e i concetti presentati e infine la 'dialogicizzazione', ossia rendere la disciplina il più̀ possibile «agire significativo». 
Tutte queste, che sono attività centrali e preminenti nell'insegnamento in classi di tipo inclusivo, sono anche il fulcro della programmazione CLIL dove la L2 è studiata e appresa in contesto con il focus sulla pragmatica e dove la 'trasmissione' di concetti avviene mediante una pluralità di canali, a favore dei diversi stili cognitivi degli alunni. Le lezioni CLIL sono fortemente strutturate e ciò permette al docente di programmare attività diverse che ben si adattino ai diversi stili cognitivi degli alunni, permettendo a tutti di apprendere secondo il proprio stile di apprendimento. 

A Lorca, soprattutto nella scuola primaria CEIP “Andrés Garcia Soler” ho avuto modo di osservare come questo tipo di attività sia efficace già a partire dalla scuola di primo grado. 
La metodologia CLIL stimola e sviluppa l'iperapprendimento offrendo maggiori opportunità di differenziazione dei ruoli e dei compiti dei discenti. 
Ciò che ricorderò sempre dell’esperienza di job shadowing è il sorriso dei bimbi di Lorca. La loro gioia nell’incontrarci e il desiderio di mostrarci con orgoglio ciò che sapevano fare. Enrique Ruiz Cano, il giovanissimo collega grazie al quale tutto è cominciato, è per me un grande esempio. Questo insegnante 'geniale' seppur giovanissimo, ha fatto del suo lavoro una missione e in maniera instancabile si prodiga a favore dei suoi giovani alunni per insegnare con passione ciò in cui crede fermamente. 

Se l’esperienza a Lorca mi ha arricchita umanamente, il corso di formazione a Malta presso l’ETI, dal titolo “CLIL – Technology and ICT Tools for teachers working with CLIL”, è stato un utilissimo momento di riflessione e di approfondimento. Tante sono state le informazioni e gli spunti utili per la didattica: dall’uso della Web quest, all’utilizzo di applicazioni specifiche e/o di banche dati come CLILStore e Learningapps.org 
Durante il corso di formazione abbiamo dovuto metterci in gioco, mostrando sul campo, con colleghi sconosciuti e di paesi diversi le nostre capacità creative e di adattamento. Personalmente ho imparato ad utilizzare Wordart, Canva e Mindomo, applicazioni che sono diventate di utilizzo giornaliero nella mia attività didattica. 

La mia convinzione che la metodologia CLIL, se utilizzata in maniera corretta e dopo una attenta progettazione, possa risolvere significativamente le difficoltà di apprendimento/insegnamento della L2 e di materie specifiche in presenza di alunni BES è uscita rafforzata da questa ricchissima esperienza formativa.

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