Saturday 23 February 2019

Comunicare, sperimentare e collaborare per divenire pienamente cittadini europei di Silvia Masiello (docente di Diritto | Economia Politica)










Novembre 2017, prima parte del progetto Erasmus+, siamo diretti a Lorca cittadina della Murcia, una regione della Spagna del sud. Devo ammetterlo, sono curiosa: cosa mai avranno gli spagnoli di differente rispetto al nostro metodo di insegnamento, come saranno le loro scuole, avranno strutture migliori, peggiori? Come saranno gli alunni e soprattutto che rapporto si instaura con i docenti 

Tante domande mi affollano la mente e abbiamo davanti a noi una settimana per osservare, comprendere, comunicare, confrontarci, in poche parole un lavoro di “job shadowing” in diverse classi di una scuola primaria. 

Arriviamo finalmente e siamo accolti con premura e gentilezza dai nostri ospiti che ci propongono per l’indomani una giornata di osservazione in una scuola media superiore. Le giornate seguenti le trascorreremo osservando invece gli alunni della scuola primaria “André Garcia Soler”. 

Primo giorno di osservazione, i nostri ospiti ci accompagnano a visitare la scuola secondaria bilingue “Francisco Ros Giner” ed ecco che mi assale la prima botta di invidia perché la struttura è nuovissima, considerato che è stata ricostruita dopo un terremoto perché la regione è altamente sismica. Ampi corridoi, tante aule adibite a laboratori, anche se la nostra dotazione di computer è oggettivamente migliore della loro. 

Ma arriviamo al dunque e cioè come si lavora nelle classi. Le loro aule non hanno devices come LIM o computer ed anche la lezione di storia alla quale ho assistito con le colleghe Minardi e Bibolotti, si è svolta secondo le modalità tradizionali: all’inizio attività di scaffolding, attraverso numerose domande poste agli studenti, poi si illustrano gli obiettivi della nuova lezione che si sviluppa utilizzando il libro di testo per migliorare il linguaggio specifico e le immagini che indubbiamente aiutano gli studenti a memorizzare meglio. Tutto sommato niente di diverso rispetto a quello che si fa nelle nostre scuole. Gli studenti educatamente intervengono, si interessano, pongono quesiti, attivando un costruttivo dibattito con i professori che a loro volta precisano, delineano gli obiettivi da raggiungere, organizzano e stimolano la discussione. 

La giornata è stata proficua, abbiamo parlato con alcuni colleghi, guardato i libri di testo (per ciò che mi riguarda ho potuto apprezzare la validità dei nostri), osservato alcune lezioni, gli alunni e i colleghi. 

Dal giorno seguente e sino alla fine della nostra permanenza, saremo alla “Soler primary school” e seguiremo un calendario concordato con i nostri ospiti, assistendo a lezioni di Inglese, Matematica, Scienze e Geografia, tutte rigorosamente in inglese. I maestri (tutti molto giovani) utilizzano l’inglese come lingua veicolare e non solo, i testi adottati sono in inglese e le lezioni si svolgono utilizzando LIM, computer, proiettore con audio, in modo da renderle più gioiose ed attrattive per i piccoli studenti. Le aule sono colorate e ben attrezzate (piccole librerie, armadietti personali) così come il laboratorio di informatica e robotica (altra botta di invidia). Mi è capitato di pensare che sarebbe bello ritornare a frequentare la scuola elementare qui, perché i bambini imparano giocando e trascorrono le loro giornate nelle aule ma anche in spazi aperti perché la scuola ha un bel cortile interno, attrezzato con tanti giochi. Una settimana è trascorsa osservando e confrontandoci. Si torna a casa ma ci attende la seconda parte dell’Erasmus+, questa volta a Malta. 

Aprile 2018, siamo arrivati a Malta, ci attendono 10 giorni di intenso lavoro così suddiviso: la prima settimana assisteremo a lezioni principalmente teoriche, sulla teoria CLIL, la seconda settimana approfondiremo gli strumenti pratici. La nostra teacher Valerie ci mostra, durante la prima parte del corso, tutti gli aspetti di questa metodologia che coinvolge la lingua veicolare e i contenuti, il linguaggio, le forme di comunicazione, i diversi tipi di intelligenza. In particolare Valerie si sofferma sulla costruzione di una tipica lezione CLIL. Durante la seconda settimana, l’altra insegnante Roberta, ci mostra diversi strumenti pratici a supporto della lezione Clil. In particolare ci soffermiamo sul sito “CLIL 4U” e sulla creazione di esercizi interattivi e mappe mentali. Ciò che ho particolarmente apprezzato in questa seconda fase del progetto Erasmus+ è stato il confronto con colleghi provenienti da altri Stati dell’Unione Europea, ognuno con il proprio bagaglio di esperienze, la propria visione della professione ed il proprio contesto lavorativo. L’inevitabile difficoltà, soprattutto per me, è stata la comunicazione sicuramente molto meno fluida e sicura rispetto ai colleghi di lingue; pertanto comprendere e interagire durante le lezioni è stato impegnativo. Tutto ciò però ampiamente ripagato dal confronto e la collaborazione con gli altri colleghi che sono sicura, ha rafforzato in ognuno di noi il senso di appartenenza all’Europa. 

È questo ciò che dobbiamo trasmettere ai nostri alunni: l’importanza della lingua (delle lingue) che è fondamentale per comunicare, collaborare, lavorare in Italia e all’estero, in una parola per essere veramente cittadini europei.

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